Il 14 ottobre l’Unione Europe (EU) avrebbe dovuto discutere la proposta denominata “Chat Control 2.0”, la quale, se approvata, avrebbe portato all’istituzione di un sistema di sorveglianza di massa e alla completa elimininazione della privacy di tutti i cittadini europei.
Non avendo raggiunto una maggioranza qualificata (nel Consiglio è del 55% degli Stati membri per almeno il 65% della popolazione UE), la discussione della proposta è stata rinviata a Dicembre 2025, quando i rappresentanti dei 27 Stati membri presso il Consiglio UE presenteranno un nuovo testo.
In quest’articolo, analizziamo il motivo del rinvio e quali modifiche sono state proposte al testo della proposta.
Rinvio della proposta “Chat Control 2.0”
In vista della votazione del 14 ottobre (poi rinviata) abbiamo approfondito i dettagli della proposta “Chat Control 2.0” in quest’articolo. Riassumendo, “Chat Control 2.0” o più formalmente “Regolamentazione per prevenire e combattere gli abusi su minori” è una proposta europea per combattere gli abusi su minori. Secondo questo disegno di legge, ogni attività online di ogni cittadino europeo dovrebbe essere automaticamente scansionata e categorizzata tramite algoritmi di Intelligenza Artificiale (IA), di fatto istituendo un sistema di sorveglianza di massa che andrebbe ad eliminare completamente la privacy di tutti i cittadini europei.
Come anticipato precedentemente, il 14 ottobre l’Unione Europea (UE) avrebbe dovuto votare sull’approvazione di questa proposta. Tuttavia, non avendo raggiunto una maggioranza qualificata (nel Consiglio è del 55% degli Stati membri per almeno il 65% della popolazione UE), la discussione della proposta è stata rinviata a Dicembre 2025, quando i rappresentanti dei 27 Stati membri presso il Consiglio UE presenteranno un nuovo testo. Decisiva è stata la Germania, la cui posizione è passata da “indeciso” a “contrario”. Al momento, la posizione dell’Italia rimane ancora neutrale.
Modifica della proposta
La proposta che verrà discussa a dicembre presenterà delle modifiche rispetto alla versione del 14 ottobre. Innanzitutto, il controllo da parte degli algoritmi di IA e della polizia potrà avvenire esclusivamente nel caso in cui ci sia un “rischio specifico, documentato e verificabile”. I dati verrebbero conservati per un periodo più breve e gli utenti disporrebbero di un tempo maggiore per contestare le decisioni dei giudici. I fornitori di servizi (Service Provider) dovranno scansionare esclusivamente le conversazioni richieste dalle autorità nazionali, evitando quindi di scansionare tutte le conversazioni. Inoltre, rispetto alla proposta precedente che consentiva alle autorità nazionali di indagare sui fornitori di servizi, nel testo aggiornato la decisione finale spetterebbe a un giudice, sostituendo così il ruolo delle autorità amministrative.
Per quanto riguarda gli strumenti di analisi delle chat, questi non potranno compromettere con delle “backdoor” la crittografia end-to-end (E2EE), come quella usata da WhatsApp e Telegram. Gli strumenti e i metodi d’analisi dovranno basarsi sul principio di “minima invasività”, senza alterare la sicurezza delle piattaforme. Un’ulteriore novità riguarda il Centro europeo contro l’abuso sessuale su minori (ECLAG), che dovrà limitarsi a funzioni di verifica, filtraggio e coordinamento tecnico, senza fornire direttamente ai fornitori di servizi le tecnologie per individuare contenuti dannosi per i minori.
Conclusione
Nonostante il 14 ottobre l’Unione Europea non abbia raggiunto una decisione sulla proposta “Chat Control 2.0”, il pericolo rimane dietro l’angolo. A dicembre si terrà un’altra votazione che potrebbe mettere nuovamente a serio rischio la privacy di tutti i cittadini europei. Vi invitiamo a rimanere informati sull’argomento per essere pronti ad opporsi quando verrà il momento. Non possiamo perdere la nostra privacy!






